L’uso di portinnesti su anguria in serra

I risultati delle prove efettuate nel biennio 2014-2015 in provincia di Reggio Emilia

L’impiego di portinnesti si è rivelato una delle soluzioni più valide per il controllo dei patogeni terricoli ed infatti si è assistito ad una progressiva e forte diffusione di questa tecnica in moltissime situazioni di orticoltura specializzata. Su anguria, tuttavia, si conoscono ancora poco gli effetti dei diversi portinnesti sulle qualità organolettiche e vegetative dei frutti.

Per rispondere alle esigenze di miglioramento delle tecniche e valorizzare gli elementi di qualità dell’anguria prodotta nell’area della bassa pianura della provincia di Reggio Emilia, unitamente ai produttori dell’Associazione Produttori Anguria Reggiana (A.P.A.R.) e alla Provincia di Reggio Emilia, CRPV e Azienda Agraria Sperimentale Stuard hanno valutato gli effetti di alcuni portinnesti sulle varietà di anguria più diffuse nella coltivazione in serra fredda (Finanziamento L.R. 28/98 – bando Sisma 2013). Le prove, realizzate nel biennio 2014 e 2015, hanno valutato gli effetti produttivi e qualitativi dei portinnesti più diffusi per l’anguria (Lagenaria, Mostarda e Strong Tosa) sulle due varietà più coltivate in serra fredda (Mijako e Bontà) rispetto ai testimoni non innestati. Le prove sono state organizzate con uno schema sperimentale a blocchi randomizzati con 3 repliche e realizzate in due aziende di A.P.A.R.

anguria_agricoltura05-2016.pdf

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