Bioetanolo: ecco i modelli per la filiera

La presentazione dei risultati di una sperimentazione dell’Azienda Stuard in un convegno all’Hotel Parma & Congressi

Parma, 28 settembre 2010 –

Da destra: Castellani, Dall'Olio e Nannetti

Da destra: Castellani, Dall’Olio e Nannetti

È il “carburante ecologico” più diffuso a livello mondiale, soprattutto negli Stati Uniti, in Brasile e in Cina, e rappresenta un’alternativa concreta ai combustibili tradizionali. Per questo l’azienda Agraria Sperimentale Stuard ha condotto un biennio di sperimentazione volto a determinare le condizioni di fattibilità, nel contesto agricolo regionale, di una filiera agro-industriale per la produzione di bioetanolo di seconda generazione, a partire da colture annuali di sorgo no-food alternative alla barbabietola da zucchero.

Questa mattina all’Hotel Parma & Congressi di San Pancrazio sono stati presentati nel corso del convegno “Progetto bioetanolo di seconda generazione” gli esiti dello studio, tra cui la messa a punto di un modello agro-economico per valutare le potenzialità della filiera per la produzione di bioetanolo in Emilia Romagna, con le ricadute economiche e ambientali, e un modello logistico per ottimizzare il trasporto e lo stoccaggio della biomassa.
“Il bioetanolo è una fonte energetica di grande interesse, su cui ha deciso di investire anche l’Unione Europea. Noi dobbiamo pensare a utilizzare fonti alternative a quelle tradizionali, non solo per ragioni di carattere ambientale ma anche economico, e dobbiamo quindi valutare se nella nostra realtà vi sono le potenzialità per attivare progetti di questo tipo: ecco perché è importante questo studio – ha detto l’assessore provinciale all’Ambiente Giancarlo Castellani, aprendo questa mattina il convegno -. È chiaro però che siamo in una realtà territoriale che ha una significativa vocazione agricola, quindi queste scelte vanno realizzate in condizioni di equilibrio, prestando una grande attenzione agli impatti”.
Il progetto, cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito del Piano d’Attuazione del programma nazionale sulla ristrutturazione del settore bieticolo saccarifero e sostenuto anche dalla Provincia di Parma, è stato coordinato e sviluppato dall’Azienda Agraria Sperimentale Stuard con la collaborazione del Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Parma, coordinatore scientifico del progetto, della Chemtex Italia, società del Gruppo Mossi e Ghisolfi, leader a livello mondiale nel campo della tecnologia industriale per la produzione del bioetanolo di seconda generazione, dell’Azienda Sperimentale Tadini, per la sperimentazione agraria sul territorio piacentino, e della Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza per la supervisione delle prove agronomiche.
Le attività sperimentali condotte hanno riguardato sia la fase di campo relativa alla produzione, raccolta e condizionamento della biomassa, che la fase di trasformazione e produzione di bioetanolo di seconda generazione attraverso un impianto pilota di recente realizzazione.
Nel corso del convegno, Stefano Nannetti della Regione Emilia-Romagna ha approfondito iProgetti agro-energetici per la ristrutturazione del settore bieticolo-saccarifero regionale”, Nicola Dall’Olio presidente dell’Azienda Agraria Sperimentale Stuard ha illustrato il progetto “Bioetanolo di seconda generazione”, Roberto Reggiani dell’Azienda Agraria Sperimentale Stuard e Stefano Amaducci della Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza sono intervenuti sul tema “Prove agronomiche di raccolta e di stoccaggio del sorgo da biomassa”.
La trasformazione del sorgo in bioetanolo di seconda generazione: rese produttive e aspetti logistici” è stato invece l’argomento trattato da Paolo Torre e Tommaso Di Felice di  Chemtex Italia – Gruppo Mossi & Ghisolfi, mentre Michele Donati della Facoltà di Economia dell’Università di Parma hanno approfondito La valutazione della convenienza economica della filiera a scala regionale”. A chiudere l’incontro Luis Oriani,direttore di Chemtex Italia, e Gian Carlo Cargioli della Regione Emilia Romagna.

 

le-premesse-del-progetto.pdf

risultati-finali-del-progetto.pdf

relazione-arfini-donati.pdf